GIUSEPPE MANCUSO – Mistico bagliore
GIUSEPPE MANCUSO – Mistico bagliore – Galleria “I pittori di Piazza Grassi”
Mi accosto in punta di piedi difronte a questa immagine sublime che immediatamente ha il potere di circondarmi di calore e di intima accoglienza.
L’efficacia della tecnica pittorica di Giuseppe Mancuso è indiscutibile e persuasiva; in “medias res”, osservandola mi ritrovo appoggiata sul piccolo tavolo raffigurato nella stanza, perduta nell’incanto della lucerna di vetro soffiato che spande caldi raggi nella penombra serale dell’umile desco.
Ritorno bambina, quando ancora proprietaria di un tempo in cui i costumi familiari si circondavano di occhietti assonnati intorno al tavolo della cena e assetati di fiabe e di racconti, come loro aspettavo il racconto della notte e mai volevo spegnere il lume del mio comodino, fino a che, vinta dal sonno, qualcuno lo spegneva per me.
Intanto, nel morbido fluire delle familiari parole, con lo sguardo, giravo e rigiravo sui volumi rilucenti degli oggetti della stanza, ne osservavo le forme, ne soppesavo la leggerezza, ne immaginavo la storia, ne reinventavo l’utile…e danzando dietro la fioca lampadina che ricopriva ogni elemento con il suo riverbero dorato, il mio cuore di bimba, prendeva possesso della logica delle cose, formava la struttura del bello e del bene, capiva i mondi, gli eventi, le stagioni, plasmava i giudizi…e cresceva.
Molti di noi hanno conosciuto il tepore e l’abbraccio della flebile luce di un umile lucerna, molti grazie ad essa hanno scritto lettere, volumi, altri, sotto il suo fedele sguardo si sono laureati, mentre grandi artisti hanno prodotto i capolavori della pittura italiana del secolo appena trascorso, lasciandoci immagini di un calore e di un realismo indimenticabili.
Il maestro Mancuso, tuttavia si inoltra ancora oltre, non ha fretta, ama soffermarsi sul dettaglio delle nature morte, dei paesaggi e degli effetti stessi del movimento luminare…avverte che la lieve ondulazione dell’ampolla di vetro soffiato che fa da paralume alla lampadina, montata essa stessa sulla base longilinea di vetro leggero, proietta sul muro e gli oggetti, compresa la stessa aria, un velatissimo movimento ondulare in espansione; difatti l’ampolla se da un lato attenua il bagliore acceso del filo incandescente, dall’altro agisce come una lente di rifrazione per la luce stessa e ne ingrandisce il raggio d’illuminazione, disegnando sul muro graffiti stupefacenti di mistico bagliore.
Giuseppe Mancuso – Mistico bagliore – Particolare
Con la migliore esperienza tecnica, frutto di una vita di ricerca sulle potenzialità della pittura nei confronti della riproduzione del vero, Mancuso affronta il difficile tema delle velature e delle trasparenze lavorate su superfici penetrabili come il vetro e aniconiche come la luce, utilizzando sapientemente un elemento di contrastante spessore volumetrico, che enfatizza gli effetti di leggerezza ricercati e che individuiamo nelle melagrane, poste sul primo piano della composizione.
L’artista tuttavia, non si limita alla ricerca di una riproduzione del reale sebbene efficace e sorprendente, bensì utilizza l’immagine riprodotta come trampolino di volo per la trasmissione di un sentimento che sembra non abbandonarlo in nessuna delle sue opere: l’amore per la creazione. Uomo libero da ogni strumentalizzazione falsamente culturale, ricerca nel contatto con gli elementi naturali, il realizzarsi della propria completezza ontologica, vivendo di essa e per essa, appagandosi in una infinita ed estatica contemplazione del bello e del reale.
Così, osservando la famosa “Marina al tramonto”, opera caposcuola per molti dei suoi allievi, ritroviamo, superando l’estasi perfettamente riproduttiva e realisticamente incantevole dello stemperarsi del sole sulle acque, quella componente ideale simbolista che utilizza proprio il colore per evadere dalla realtà; per il principio per il quale in una immagine terrestre sono presenti gli infiniti gradi della policromia, proprio la scelta di una tonalità dominante diventa elemento di trasgressione, alterando in modo assolutamente personale, la gamma colorista dell’evento reale.
Giuseppe Mancuso – Marina al tramonto – 2017 – Galleria “I pittori di Piazza Grassi”
Giuseppe Mancuso, utilizza in modo splendidamente competente l’intera scala del colore per la narrazione della realtà, con un infinito e costante sposalizio d’autore, entrando a far parte dei grandi maestri della pittura figurativa formale del nostro tempo, senza aver mai rinunciato a lasciare impressa sull’immagine nascente di ogni nuovo giorno, la firma del proprio filtro emozionale, come fosse un velo dell’anima, che tutto rilegge, eleva e ricrea, facoltà che l’uomo a volte, dimentica di possedere.
Fiumicino – Piazza Grassi – Studio del maestro Giuseppe Mancuso e opere
Serena Caleca