Ottobre 2022
Come una presenza eterea e sfuggente, che si aggira fra le pietre antiche di un arcaio sito deserto, fra i bianchi marmi riversi, vestigia di una gloria passata e le sabbie chiare, appena sollevate dal vento, la presenza leggera del pensiero di Scegle, si sofferma sui rilievi lasciati sulla tela alla ricerca di suoni e di echi.
Accarezza con la mano i reperti antichi, i tesori amati, gli ori lucenti memoria della eterna bellezza che al guardarli nelle decorazioni e nei gioielli riportati alla luce dagli scavi archeologici ancora incantano nella fine fattura e lucentezza dagli spalti di tutti i musei del mondo.
Il Mediterraneo con la sua storia riemerge nella ricerca dell’artista, con indiscusso riferimento, la luce gioca sui rilievi impalpabili che affiorano dalla tela lavorata con le sue mani, come memorie del tempo e ne enfatizza il passaggio, quasi per richiamare l’attenzione dei popoli al patrimonio storico che ci arricchisce, linguaggio madre di arcaica bellezza.
Le linee sinuose inseguite da Scegle a volte interscambiate fra giochi di rappresentazioni geometriche a volte nascoste sotto polveri di gesso come sabbie antiche, raccontano l’origine del gusto egeo per la perfezione, dal quale intere civiltà hanno tratto la regola aurea e la misura del bello, indicando la direzione dell’arte a partire dalla culla dello scambio culturale fra i popoli, il Mediterraneo.
Polveri bianche, cadute dai monumenti sembrano quasi rivivere nell’architettura sontuosa delle rappresentazioni, per ricondurre la nostra memoria presso siti lontani, dimenticati, dentro un viaggio di conoscenza di un’archeologia che in realtà è mentale, di un retaggio ideologico e spirituale che contraddistingue la nostra cultura.
Voci che trasudano dal suolo come dalle tele dell’artista, si nascondono nelle opere di Scegle sotto materiali inermi finemente decorativi per risuonare il loro canto, poichè il genio Mediterraneo ha sempre saputo trasformare la materia in arte, mentre osservando lo studio dei composti utilizzati da Scegle, non puo sfuggire un pensiero rivolto al grande Burri che ha saputo trasformare la terra del suolo in spettacolari esperienze emozionali, facendo risuonare dai “Cretti”e dalle “Combustioni” la voce stessa del suolo calpestato da migliaia di anime in cammino. Inevitabile il confronto pur se posto su scala di vibrazioni diverse, mentre ricalca la stessa ansia evocativa.
Così i rilievi lievemente disposti come fossero sollevati da una polvere leggera al passaggio di una bianca vestale, lasciano emergere quella unicità del messaggio ispirato ad una timida purezza e quasi religiosa contemplazione del patrimonio geologico e arcaico, la quale sintesi di forze caratterizza in esclusiva il lavoro di Scegle nel panorama artistico contemporaneo.