A cura di Serena Caleca
Tiziana Tardito – Apud Sposam Domum – Olio su tela – 100 x 120
“Prima del Matrimonio” – Firs Zhuravlev – 1874, olio su tela – 99 x 134
Solo un’artista completa come Tiziana Tardito poteva affacciarsi sul balcone della storia, ponendosi in osservazione degli aspetti sociali che caratterizzano un epoca e che la sua sensibilità cattura e imprime nell’immaginario collettivo attraverso le rappresentazioni sulle tele, quasi un documento nel cammino della contemporaneità.
La condizione della donna e il percorso che l’evoluzione d’immagine che essa stessa ha attraversato nella ricerca della propria identità è uno degli spunti sul quale la Tardito si è più volte soffermata.
In questa ultima opera “APUD SPOSAM DOMUM” finito e firmato nel Maggio del 2022, vengono posti in osservazione diversi aspetti del pensiero e della realtà femminile nella sua unicità, indipendentemente dalle epoche della storia…in primo piano la protagonista è la Sposa nella sua bellezza e nel suo sogno d’infanzia, quel sogno comune a tutte le fanciulle, essere regina per un giorno, avvolta da un sogno d’amore per tutta la vita…è inevitabile tuttavia non soffermarsi con tenerezza sulla sensazione di rilassatezza sopraggiunta dopo il giorno delle nozze, nelle pareti intime della casa, quasi un ritorno al rapporto con se stessa scevro da ogni solennità.
Perduta nell’osservazione assente della casa, nel piccolo regno di sempre…tra i ricordi d’infanzia e il passato ormai alle spalle, simboleggiato dalla sedia antica, la Sposa sembra voler ricominciare dal prezioso baule ancora chiuso, scrigno delle infinite speranze che da lì a poco attendono di essere scoperchiate.
Nel secondo piano rimbalza invece sferzante e contemporanea, l’immagine della ragazza di oggi come la società premia e modella il mito femminile alla ribalta…le giovani nel loro atteggiamento dissacrante e incurante delle tradizioni, ben rappresentato dalla postura rilassata distesa sopra l’antico e vetusto pianoforte, conservano in realtà intatto il loro sogno di fanciulle e non rinunciano alla loro aspirazione primaria verso l’amore e la bellezza; con un modo di porsi e di vestirsi molto lontano dai canoni del passato, impongono decisamente il loro fascino femminile nella cura dei dettagli e nella loro irrinunciabile e assodata libertà, reclamando la loro indiscussa regalità femminile.
Sullo sfondo, come spesso troviamo nelle opere di Tiziana Tardito, un panorama accurato dei dettagli della vita ordinaria, la vita che scorre, che trascina incurante gli oggetti in uso e tralascia ai margini della dimenticanza gli utensili in disuso, come l’antica sveglia, sempre presente per ricordarci lo scorrere del tempo, posta tuttavia sopra un alto scaffale, ormai sostituita senza appello dal governatore e signore dei nostri giorni, il telefonino.
Un confronto ancora una volta denso e affascinante che le opere della Tardito suscitano per la ricchezza tematica e la sontuosità dei dettagli è quello con gli artisti del passato; confronto stimolante e irresistibile come quello di incredibile interesse con la splendida tela di Firs Zhuravlev “Prima del Matrimonio” che descrive con sontuosa ricchezza di particolari la situazione di molte ragazze dei secoli trascorsi.
Tanta strada è stata fatta nel percorso di consapevolezza della propria identità femminile, sopratutto tra l’inizio e la fine del Novecento quando dopo anni di lotte e di studio da parte della scienza e della psicanalisi, la vera natura della donna ha trovato i primi riscontri legislativi.
Oggi la scelta del proprio stile di vita e di relazione non è e non può essere più dettata da finalità patrimoniali o di casato, nè affidata a terzi anche se persone care…l’apparato religioso infatti che fa da sfondo all’augusto salone dove si svolge la scena tra il padre e la figlia, descritta dall’artista russo, racconta dello sfondo etico e culturale che dettava le regole della società solo un secolo fa in tutto il mondo civilizzato, lasciando l’osservatore interrogarsi dinanzi alla denuncia inequivocabile che già allora Zhuravlev, aveva saputo descrivere senza ombre ne timori come uno stendardo aperto sul pensiero etico del suo tempo, ancora incurante della intrinseca potenzialità dell’intelligenza femminile sul progresso dell’umanità.