Testo e critica di Serena Caleca
Una proposta mirabile e delicata, quella che si presenta a Laila Scorcelletti, insegnante e studiosa dell’età evolutiva, attrice di teatro e scrittrice, donna poliedrica e sensibile, quando, già consapevole del suo bagaglio storico di origine, le viene richiesto di riordinare per scritto i ricordi della cara zia Hossneya di origine palestinese, ambientati nel periodo della guerra e del dopoguerra fascista. Con umiltà e impegno, sulla traccia del diario scritto dalla stessa zia, Laila, ripercorre i periodi più tragici della nostra storia italiana, intrecciata politicamente con le terre che si affacciano sul Mediterraneo, in particolare con la sofferta terra di Palestina, tanto bella quanto contesa tra forze contendenti e il cui popolo orgoglioso e appassionato, non ha mai ceduto il senso di appartenenza a nessun invasore.
il racconto si snoda serrato come una cascata di ricordi, brillante e sferzante, senza che indugi stilistici di lingua ne alterino la limpida e semplice narrazione, tanto ricco di eventi e svolte di vita risulta all’ascolto, che non lascia tempo di tirare respiro…mentre, come un battito incessante del cuore alterna il colpo nel petto al silenzio del flusso, così il flusso del racconto si arresta sulla metrica poetica dei versi…sparsi fra le pagine, come foto di indescrivibili ricordi…
lì…è l’assenza, lì…è il non detto, lì…è l’indescrivibile…quel’istante di vita che non trova parole, quel dolore profondo che scava il sublime, che chiede il riscatto, che culla l’amore, che serba radici e che sfugge alla prosa. Il tema delle radici, di cui tutti conosciamo il sentore e la prepotenza e di cui tante vite immolate conoscono la ferita della privazione nella lotta ingiusta e disperata per vivere in pace la propria terra natia, appare ancora più lacerante nelle descrizioni della vita domestica, vista con gli occhi delle donne, e sui ricordi della narratrice, proprio la zia Hossneya, laddove di questi passaggi storici siamo a volte abituati a ripercorrere solo gli aspetti militari e strategici, spesso lontani dalle grida domestiche.
Nelle pagine di Laila, scopriamo invece l’eroismo femminile delle grandi combattenti, che hanno cambiato il corso degli eventi e i destini di intere famiglie. Con il “ruggito della leonessa” e.. “lo sguardo della pantera”, due immagini di incredibile realismo ravvisate come lampi di luce nel volto amato della zia, testimone vivente di una guerra vinta con la rabbia della giustizia e con la forza tutta femminile della difesa della vita, Laila Scorcelletti, ci riconsegna una traccia di storia del secolo trascorso parallela e nascosta, attraverso lo sguardo delle famiglie in fuga sottoposte al giogo dei potenti…
ma con il calore del ricordo e sapiente capacità narrativa, si sofferma sulle scene più umili del vissuto quotidiano, invitandoci ad entrare proprio là, nella storia della propria famiglia, dentro quelle mura, nelle sere al lume di una candela, nel silenzio di un abbraccio materno, nella tavola del pane…e con infinita dolcezza ci svela il mistero stesso della sua infanzia, dove il dolore della privazione scava il sublime della cura… un programma di vita, riconsegnare ai propri figli il sigillo struggente delle origini, affondare le antiche radici nella propria lussureggiante terra ed essere finalmente un popolo.