di Serena Caleca
Enrico Rasetschnig – “Risveglio” – Tecnica mista – 120 x 140
Enrico Rasetschnig, raccoglie la più grande eredità espressionista del secolo appena trascorso, con quella forza ampia e rinascente che caratterizza il nostro autentico contemporaneo.
La caduta motivazionale che ha accompagnato la crisi storica dell’Arte dell’ultimo ventennio, ha comunque lasciato i sedimenti per un recupero dei grandi linguaggi artistici della pittura del XX secolo, riconvertendone il carattere alla luce di una nuova compostezza iconica, dal gusto attualizzato e piacevolmente maturo; in questo percorso si pone l’opera di Enrico Rasetschnig, i cui punti nodali della sua manifestazione espressiva si possono riassumere in due principali ponti di comunicazione: la forza dirompente rinchiusa tra le linee di massa e la raffinata armonia della compostezza coloristica.
Enrico Rasetschnig – “Sul sofa”–Tecnica mista – 90 x 110
Il suo rapporto con la superficie d’azione, sembra illimitato. Enrico rompe gli spazi e li travalica, investendoli con ineguagliabile agilità, trascinando vettori e linee di forza che conducono l’osservatore al centro di un’ esperienza emozionale, e lo catturano fra movimenti di flusso, avvolgenti, esaustivi e appaganti. In questo gioco di volumi, emerge la spinta propulsiva delle masse che crea l’energia della forma e trasmette visioni di memoria.
Enrico Rasetschnig – “Garbage – Discarica” – Tecnica mista – 120 x 130
I soggetti aerei, gassosi e metamorfici, si snodano su campi di colore bicromici, le gradazioni vellutate si sdoppiano in dolci e raffinati accostamenti, mentre il grafismo a volte scuro a volte impercettibilmente sfiorato, racconta i moti interiori e i fugaci pensieri…i sogni, le attese, le ribellioni, il dolore, l’infinito anelito dell’umanità.
Enrico Rasetschnig – “Achab”- Tecnica mista – 90 x 120
Nella ricchezza delle tecniche utilizzate dall’artista, si incontrano esperimenti arditi e nuovi nel campo dell’immagine di superficie; i materiali, dall’acrilico all’olio, dalle cere alle spatole, dagli stick al graffiato in un gioco di ardite sovrapposizioni, trasformano ogni piano di lavoro in “Logos” per lasciare l’impronta del proprio respiro e addentrarsi nel il labirinto dell’umano pensiero, a partire dalle coltri dell’io per spingersi poi fuori, nel rumore delle folle. Enrico Rasetschnig, narratore della varietà multilingue e degli snodi di comunicazione che si intersecano fra i popoli, raggiunge nella sua libertà espressiva, un rapporto finale di grande respiro compositivo, è oggi una voce chiara sul tracciato artistico contemporaneo, aperto su ogni fronte di comunicazione, grazie all’ampiezza epocale e generazionale con la quale ha saputo cogliere l’ansia emozionale e la tensione unitiva che attraversa le correnti più autentiche e rappresentative del nostro tempo.