Tavolozza italiana…
Luciano Vetturini – “Ballerini” – 2018 – 80 x 80 – Tecnica mista – Olio, pennarelli, carboncino
Musica e danza invadono gli occhi al cospetto di quest’opera di Luciano Vetturini, coinvolgente autore che trae la sua ispirazione dalla vita della terra umbra. Una terra dove si respira pregnante la figura del grande santo di Assisi, Francesco, anima libera dai condizionamenti e santamente giocosa, tanto da trasformare l’approccio alla vita degli abitanti di queste contrade e dei posteri.
Dalle taverne affumicate di brace e di mosto, alle giornate lunghissime perdute dietro il canto dei mestieri, il meglio della cultura italiana erompe dalle linee sinuose dello stile pittorico di Vetturini. Linee che danzano, unitamente alle opere dell’uomo, colori che festeggiano la gloria della umana gioia, rendendo finalmente giustizia ad una terra che gli antichi chiamavano “Esperia”, terra del sole.
Ma se nelle descrizioni a cielo aperto, l’artista conserva l’orizzonte e il piano, in quest’opera che descrive l’interno di una taverna,”Ballerini”, gli spazi si deformano, la visione del reale si piega alle esigenze del ricordo, quello di una serata speciale in dolce compagnia, dove i protagonisti, euforici dopo una cena gustosa, infilano sequenze di danze, perdendo quasi il senso del tempo.
Splendido quadretto di un’emozione che passa…una sera fugace…la sala ormai svuotata diventa ad un tratto un luogo immateriale, la centralità dell’attenzione cade sull’abbraccio serrato dalla forza delle mani, sugli sguardi trasognati, affogati nell’ebrezza, mentre il locale, rimasto aperto fino a tardi per non mandar via quell’ultima coppia, sembra sollevarsi nel vortice della danza, anch’esso trascinato in una dimensione senza tempo.
Le gambe sghembe che l’artista disegna in primo piano nei suoi ballerini, ne descrivono l’eccitazione e l’incontrollata euforia, in un angolo della sala un suonatore, imbastisce le ultime melodie riesumate dal suo ormai esaurito repertorio, a causa dell’ora tarda, mentre sul fondo, i piani volutamente distorti dei muri, del tavolo e della seggiola,il fiasco cadente sullo sfondo, dolce ebrezza, ricordano non a caso, la ribellione prospettica del “fauve” francese e i caldi particolari degli interni di Van Gogh. Cultura dell’arte europea e carattere tutto italiano si avvicendano nelle opere di Luciano Vetturini, come una piattaforma sulla quale riscoprire le radici della nostra storia.
Saltano i piani, saltano le sedie, si rovesciano i tavoli…in bilico i bicchieri, ma insieme ad essi, saltano i limiti imposti da una falsa comunicazione e i condizionamenti che ci impediscono di essere sinceri. Sulle tele di Luciano Vetturini danzano infinite emozioni, ma non senza garbo e giocosa semplicità. Il richiamo un pò “naif” cui l’autore indugia, con leggera ironia, promuove in realtà un discorso ben chiaro, quello della “laude”…nelle sue linee sinuose, danzanti e continue, si legge un inno alla vita, “laude per la gloria della creazione, “laude” per il cuore umile dell’uomo, che sa trasformare il poco che ha, in forziere di riposta felicità.
Figliadarte