“La fioritura a Castelluccio”
Anna Maria Batignani – La fioritura a Castelluccio – Olio su tela – 35 x 40
Il passaggio che intercorre tra lo spirito vivente che penetra ogni uomo e la materia, è definito “Arte” e costituisce la storia stessa dell’arte.
Anna Maria Batignani avverte più di ogni altri, questo dramma di trasposizione, consapevole che nel raccontarsi, si lascia dietro sé una traccia indelebile alle generazioni future.
Da qui la ricerca del supporto tecnico, indispensabile per formulare un linguaggio e la sfida di una qualità da raggiungere, per poter comunicare quella luce, che emerge da strati così profondi dell’anima, a volte nascosti e difficili da veicolare. Una lotta, tra l’inconscio e la materia, che deve trasformarsi in energia vitale.
Questa necessaria riflessione dinanzi all’opera di Anna Maria Batignani, apre la strada alla comprensione del suo linguaggio pittorico, in una forma che non si ferma all’apparenza descrittiva…si resta stupiti dinanzi alla capacità raggiunta dall’artista di trasmettere la luce intrinseca che permea l’immagine, e attraversa in quest’opera il manto terrestre; essa penetra, si infonde tra le infinite forme erbacee e le spettacolari fioriture di una primavera in esplosione e si stempera nell’orizzonte accecante, dove terra e cielo si confondono come fuoco.
In quest’opera, l’incanto quasi indescrivibile della Piana di Castelluccio, per chi ha avuto la fortuna di poterla vedere con i propri occhi, travalica tuttavia il fine della descrizione e ci consegna una bellezza che abbraccia altri confini;
sembra di sorvolare gli spazi, la voce dei popoli, la multiforme varietà dei linguaggi, l’immensità dei sorrisi, la forza delle generazioni che rinascono sopra ogni aridità e sconfitta, schiere dopo schiere in sequenza, ciascuna con il proprio bagaglio di cultura millenaria. Incredibile osservare come in un piccolo formato, olio su tela 35 x 40, Anna Batignani ha saputo comunicare e mettere a disposizione tanta fruibile energia.
L’artista ha attinto, prima che ai pennelli e al colore, al respiro universale che la Piana trasmette a tutte le nazioni, poi si è posta come strumento, nel cogliere la sfida di trasmettere quella stessa innamorata contemplazione.
Si chiude così il cerchio della luce, che parte dall’intimo e anela manifestarsi per stemperarsi e rigenerarsi nell’altro…proprio come nella piccola tela, dove si avvisano in primo piano la ricerca stilistica figurativa e garbatamente descrittiva nei particolari delle corolle ben evidenziate con ricercato realismo, per poi elevarsi nel coro dei colori, verso l’infinito, dove la natura si accende nel sole dell’orizzonte e la materia stessa, si trasforma in linguaggio dello spirito.
Serena Caleca