” La calma e lo scorrere dell’acqua”
Libera Angelillis – “La calma e lo scorrere dell’acqua” – olio su tela – 67 x 67
All’uomo fu consegnato un giardino in Oriente e gli fu detto ” Corri libero a piedi nudi su questo suolo e tutto ciò che vedi è tuo”.
L’esperienza dell’anima lanciata nell’immanenza della natura che Libera Angelillis ha sperimentato negli anni della giovinezza, è una ferita d’amore incancellabile.
Inoltrarsi nella natura, nel silenzio della macchia, tra i rovi carichi di frutti e gli arbusti di ginepro…nella selva boschiva e sul limitare del greto del ruscello, è un ricordo che potenzia le facoltà del pensiero e lo eleva verso prospettive ampie e sentimenti di respiro universale…
…piccole forme di vita pullulano fra le fresche acque, nascoste fra i rami incastrati della corrente e avvicinandosi dal loro misterioso ecosistema verso la luce radente che brilla nei rivoli lucenti, incontrano l’uomo in ascolto al cospetto di una presenza…immanenza nascosta, ma pregnante, nel suo spirituale respiro.
L’artista riesce a condurre l’osservatore nel silenzio di un sito nascosto attirandolo verso il richiamo onirico del bosco, attraversato dall’espandersi del ruscello che inonda la tela. Con tratti veloci ispirati alla scuola impressionista, Libera Angelillis, descrive la freschezza e il gioco prospettico proiettato verso il buio della macchia, dalla quale con lampo di luce erompe la forza torrentizia.
Come in un gioco virtuale in cui si entra idealmente nella realtà visiva, Angelillis riesce a trasmettere la sensazione di trovarsi con i piedi immersi nell’acqua, e attraversare le rapide a balzi, fra le rocce che emergono del torrente in caduta. Si tratta di una tecnica utilizzata ancora nel panorama artistico, da più esponenti e che potremmo definire “Arte – esperienza”( John Dewey – Arte come esperienza – 1934), dove quanto più si osserva e ci si inoltra nella multiforme vivezza delle pennellate dimenticandosi per un attimo della realtà presente, tanto più l’artista riesce a penetrare il principio liberatorio e terapeutico dell’arte, aprendo un canale di energia in uscita che scorre tra il pittore e la società in ascolto.
“E il pino ha un suono, e il mirto altro suono,
e il ginepro altro ancora, stromenti diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi noi siam nello spirito silvestre,
d’arborea vita viventi…
(Gabriele D’Annunzio – La Pioggia nel pineto)
Serena Caleca